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La pergamena

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  Era una mattina di sorprese, quella, quando il sole spuntò all'orizzonte e la notte si ritirò con un sospiro. Era il mio respiro, come un occhio che si apre per affacciarsi su un mondo rinnovato, sincronizzato con l'arrivo del nuovo giorno. Un lampo di luce squarciò l'oscurità, mentre il tuono che risuonò come un grido di gioia mi penetrò l'anima, mi provocò un brivido. Mi trovai in un luogo misterioso, deserto, dove un sentiero ricoperto di foglie rosse mi invitava ad avventurarmi, rischiarato da un raggio di luce. Seguii quel sentiero, e vi scoprii una grotta nascosta tra le rocce umide e calde. Il sole che si rifletteva sulle pareti creava un bagliore magico, e lì, proprio lì, all'improvviso comparisti tu. Muovevi le mani, ricordo, e il volto verso la luce. Emanavi un'aura di purezza. Notai subito tua madre accanto a te, la sua pelle bianca e morbida, i capelli lisci e scuri che danzavano nel vento pervasi di riflessi luminosi, rossastri. Insieme, avevat

Dalla parte di Margherita

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  (Ispirato a una storia vera) Correva l’anno 1960 e Margherita si trovava in una fase difficile della sua vita. La morte del padre l’aveva profondamente addolorata. Cercava in sé stessa di ritrovare la tranquillità, smaniosa di un po’ di pace come dell’aria stessa. Assieme alla serenità aveva smarrito il sonno. Trascorreva le ore della notte con gli sgranati a fissare il buio della stanza, coi sensi allertati a ogni benché minimo rumore. Le vennero prescritti dei sedativi per aiutarla a dormire. Fu in quei giorni bui che scrisse un toccante tributo al suo defunto padre:- “Era una persona meravigliosa, il cuore e il centro della nostra famiglia felice“. Finì per aggrapparsi alla fede trovando conforto nel credo cristiano profondamente radicata in lei per cultura familiare. La sua fede le diede la forza di andare avanti e affrontare con forza d’animo maggiore le avversità. Lasciò il Palazzo Controtendenza assieme alla madre per trasferirsi a Casa Chiaracampo, alla ricerca di un nuovo

A mente serena

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    A lfonso e Alice erano due giovani che amavano leggere. Alfonso era uno studente di giurisprudenza che trascorreva il tempo a revisionare bozze, rispondere alle domande dei professori e correggere ogni minimo dettaglio dei contratti presso lo studio notarile di suo zio dove dava una mano.  In classe o in biblioteca trascorreva intere giornate così, a rileggere testi notarili. Questa sua attitudine aveva finito per renderlo monotono, antipatico e rompiscatole, oltre che sentimentalmente solo, nonostante fosse di gran bell’aspetto. Alice, dal canto suo, amava leggere romanzi d’amore. Si immergeva nella lettura, perdendo ore ed ore, giorno dopo giorno, in storie emozionanti. Questa sua passione l’aveva resa sognatrice e troppo esigente, cosicché non aveva ancora trovato il compagno dei suoi sogni. Un giorno, mentre leggevano nella stessa biblioteca, all’improvviso la ragazza scoppiò in una risata. “Cosa c’è di così divertente?” - chiese Alfonso in tono piccato. “Ho appena letto una st

La libertà di immaginare

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      U n giovane notaio di nome Marco passava le sue giornate a scrivere ed elaborare complessi contratti notarili.  La sua vita era alquanto monotona e noiosa, e spesso si sentiva affaticato e stressato dal lavoro.  Un giorno, Marco decise di fare un cambiamento e, pensate, decise addirittura di leggere un libro! Solo che, proprio non sapeva cosa leggere.  Non aveva mai letto un libro e non sapeva cosa fosse interessante, quasi quasi vi avrebbe rinunciato. Fu allora che incontrò per caso quella giovane ragazza di nome Silvia, appassionata lettrice di storie d'amore, che girava sempre con un libro in mano, e aveva ogni volta un’aria felice e rilassata.  Marco, da tempo affascinato dallo stile di vita della coetanea, decise di chiederle consiglio. "Silvia - le disse - mi sento sempre stressato dal lavoro. Ho bisogno di qualcosa che mi rilassi e che mi faccia sentire libero. Ho sentito dire che i libri possono fare questo. Tu che genere di libri leggi?" Silvia, sorridendo,

L’importanza di fidarsi

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  Foto di  Myriams-Fotos  da  Pixabay       C 'era una volta una nave in balia della tempesta con tre amici a bordo: Tom, Dick e Harry. Tom era il capitano ma Dick e Harry non erano molto sicuri delle sue capacità, specialmente in una situazione così pericolosa come quella in cui si trovavano. Mentre la nave si dimenava in mezzo alle onde, i tre amici discutevano su cosa fare. "Dobbiamo alzare le vele!" disse Tom. "No, dobbiamo lasciare le vele giù!" Disse Dick. "Ma così perderemo tempo prezioso!" rispose Tom. "Ebbene, hai un'idea migliore?" chiese Harry sarcasticamente. In quel momento, un tritone con intenzioni amichevoli apparve davanti alla nave. Tom, incredulo, chiese: "Ma cosa vuoi da noi, tritone?". Il tritone rispose: "Ho sentito le vostre difficoltà e sono venuto ad aiutarvi. Ma per farlo, dovete seguire le mie istruzioni." I tre amici si guardarono con diffidenza ma si resero conto che avevano bisogno di a

Fare la differenza

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      Era inverno. Infuriava un vento gelido, tale da far rabbrividire anche i più coraggiosi. Fra bancarelle che chiudevano in fretta e furia, gente che gridava l'un l'altro e quelli che correvano a mettersi al riparo, in piazza regnava il disordine più assoluto. La maggior parte delle persone cercava di mettersi al sicuro, ma Valentino aveva fretta di raggiungere il vicolo di casa. La folla gli sfilava intorno mentre lui tirava avanti, incurante, pregando che quella sensazione di oscura minaccia fosse solo una sua impressione. Giunse finalmente davanti al portone.  Stava per varcare la soglia quando sentì una voce femminile, stridula e penetrante, chiamare il suo nome. Sussultò e si voltò di scatto.  Si trattava di Gisella, una vecchia compagna di scuola. Non la vedeva da molti anni, però la riconobbe subito. «Valentino, mi riconosci? Sono Gisella.» Lui la guardò sorpreso, con curiosità: «Certo che ti riconosco, quanto tempo è passato! Come stai?» La ragazza sembrava ag

La farfalla sul roseto

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Una farfalla danzava sul roseto fiorito. Elisa se ne stava annoiata, seduta sulla sua poltrona di vimini, ad ammirarla. La calda serata primaverile era silenziosa, la luce del tramonto illuminava delicatamente il suo viso.  Il suono di un clacson in lontananza interruppe il suo momento di pace. Si alzò speranzosa nell'arrivo di qualcuno che la emozionasse un po’.  Nico la guardò alzarsi infuriato e sbottò fremente di ira: «Dove stai andando?»  Lei ne fu sconcertata e spaventata, colpita dall'insolita reazione: «Sto solo andando a vedere chi è arrivato» rispose timidamente. Lui mostrò di non crederle, quando ad un tratto la sua attenzione fu richiamata dal volteggiare del lepidottero sulle rose rosso acceso del giardino, e il suo sguardo ne restò calamitato.   Elisa gli si avvicinò: «Stai bene?» gli chiese. Nico si voltò, le si accostò e le bisbigliò qualcosa all'orecchio, poi le afferrò la mano e gliela strinse con forza. Colta da un fremito di paura improvvisa e di sospett